Giovedì 24 febbraio il petrolio valeva 102 dollari al barile. Anche i prezzi delle materie prime hanno subito un’impennata, in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Quando l’Ucraina va in fiamme, i mercati mondiali vanno in fiamme e i prezzi si impennano in poche ore: +6% per il grano, +8% per il petrolio e addirittura +47% per il gas.
Quali sono le conseguenze?
Prima di tutto, cattive notizie per il carburante. La Russia è il terzo produttore mondiale di petrolio e rappresenta il 12% del consumo francese. La guerra preoccupa i mercati, per cui si prevede un nuovo aumento alla pompa.
In Germania, il maggior consumatore di gas russo, il rendimento a due anni corretto per l’inflazione – che esclude l’inflazione attesa – è sceso di 60 punti base dall’inizio della scorsa settimana e implica un tasso di inflazione fino al 3,7%, rispetto al 2,4% di inizio febbraio.
L’aumento è ancora più significativo per il gas, dato che la Russia è il principale fornitore dell’Europa, con il 46% dei nostri consumi. Peggio ancora, una parte del gas russo passa per l’Ucraina attraverso gasdotti che potrebbero essere danneggiati da una guerra di grandi dimensioni.
È difficile trovare un altro fornitore nel breve periodo. Il governo ha promesso di mantenere lo scudo del prezzo del gas se necessario. L’impennata dei prezzi dell’energia, oltre a quella del grano e dell’alluminio, probabilmente aumenterà ulteriormente l’inflazione, che potrebbe superare il 4%, secondo diversi economisti.
Prima della guerra in Ucraina, la Banca d’Inghilterra prevedeva che l’inflazione avrebbe raggiunto un massimo trentennale di circa il 7,25% in aprile, quando entrerà in vigore l’aumento del 54% delle bollette energetiche delle famiglie.
I rendimenti delle obbligazioni britanniche indicizzate all’inflazione a un anno – o linker, come sono conosciuti – sono scesi di 80 punti base dall’inizio della scorsa settimana, raggiungendo un minimo storico inferiore al -7% e implicando a un certo punto un tasso di inflazione superiore al 9%.
– Guerra in Ucraina: l’impennata dei prezzi dell’energia rischia di aumentare l’inflazione
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